lunedì 22 febbraio 2016

Comunicare i rischi

Saper comunicare le informazioni non sempre è facile. Spesso subentrano infatti diversi fattori di impedimento, scopri quali.


 


Buongiorno a tutti. Oggi vi parlerò della comunicazione e del ruolo essenziale che svolge nelle pratiche quotidiane e soprattutto nelle situazioni di prevenzione, durante le quali si ha la necessità di presentare informazioni ansiogene senza sollevare reazioni impulsive di non ascolto, o di rifiuto. Vi illustrerò quindi il modello di Gigerenzer (2003), il quale ha evidenziato le quattro difficoltà a ragionare sui rischi che bisogna prendere in considerazione al fine di realizzare efficaci azioni di comunicazione del rischio.
Scopriamole insieme…
La prima problematica riguarda l’illusione di certezza, ovvero l’idea che sia possibile avere sicurezze al 100%. Al contrario è importante sottolineare che decidere su condizioni di rischio, non significa mai scegliere tra certezza e pericolo, ma tra rischio maggiore e rischio minore, tra probabilità di un evento negativo o positivo e probabilità di un evento peggiore o migliore.
La seconda difficoltà invece è rappresentata dall’ignoranza del rischio, le cui cause sono molteplici. Può infatti capitare che a seguito di un dato evento alcuni dati non siano resi pubblici, possano essere volontariamente sottaciuti, o che siano attivate delle strategie di disinformazione. Proprio per questo motivo non solo è importante effettuare delle ricerche dettagliate riguardo le tematiche che si intende affrontare, ma è anche indispensabile collegare e confrontare i dati ottenuti al fine di avere un quadro della situazione che sia il più possibile preciso e accurato.
Procediamo poi con la comunicazione scorretta del rischio che viene realizzata attraverso diverse modalità, tra le quali: l’uso di probabilità di eventi singoli, l’uso di indicatori di rischio relativi, ed infine l’inversione delle probabilità condizionali. Ciò che accomuna queste forme di comunicazione, è rappresentato dal fatto che ostacolano la possibilità di comprendere adeguatamente i dati statistici. Perciò è fondamentale considerare il contesto in cui si sta svolgendo la comunicazione, adattandola in base alle persone presenti.
Infine troviamo poi il pensiero annebbiato, una condizione comunicativa caratterizzata dal fatto che le informazioni sui rischi vengono si presentate nella maniera corretta, ma si hanno diverse difficoltà a trarne delle conclusioni. È dunque preferibile che le notizie vengano organizzate e presentate in maniera gerarchica, dando la precedenza a quelle ritenute più importanti e scalando man mano.

 
 
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