Saper comunicare le informazioni non sempre è facile. Spesso subentrano infatti diversi fattori di impedimento, scopri quali.
Buongiorno a tutti. Oggi vi parlerò della comunicazione e del ruolo essenziale che svolge nelle pratiche quotidiane e soprattutto nelle situazioni di prevenzione, durante le quali si ha la necessità di presentare informazioni ansiogene senza sollevare reazioni impulsive di non ascolto, o di rifiuto. Vi illustrerò quindi il modello di Gigerenzer (2003), il quale ha evidenziato le quattro difficoltà a ragionare sui rischi che bisogna prendere in considerazione al fine di realizzare efficaci azioni di comunicazione del rischio.
Scopriamole insieme…
La prima problematica riguarda l’illusione di certezza,
ovvero l’idea che sia possibile avere sicurezze al 100%. Al contrario è
importante sottolineare che decidere su condizioni di rischio, non significa mai
scegliere tra certezza e pericolo, ma tra rischio maggiore e rischio minore, tra probabilità di un evento negativo o
positivo e probabilità di un evento peggiore o migliore.
La seconda difficoltà invece è rappresentata dall’ignoranza
del rischio, le cui cause sono molteplici. Può infatti capitare che a seguito di un dato evento alcuni dati
non siano resi pubblici, possano essere volontariamente sottaciuti, o che siano
attivate delle strategie di disinformazione. Proprio per questo motivo non solo
è importante effettuare delle ricerche dettagliate riguardo le tematiche che si
intende affrontare, ma è anche indispensabile collegare e confrontare i dati
ottenuti al fine di avere un quadro della situazione che sia il più possibile preciso e
accurato.
Procediamo poi con la comunicazione scorretta del rischio
che viene realizzata attraverso diverse modalità, tra le quali: l’uso di
probabilità di eventi singoli, l’uso di indicatori di rischio relativi, ed
infine l’inversione delle probabilità condizionali. Ciò che accomuna queste
forme di comunicazione, è rappresentato dal fatto che ostacolano la possibilità
di comprendere adeguatamente i dati statistici. Perciò è fondamentale
considerare il contesto in cui si sta svolgendo la comunicazione, adattandola
in base alle persone presenti.
Infine troviamo poi il pensiero annebbiato, una
condizione comunicativa caratterizzata dal fatto che le informazioni sui rischi
vengono si presentate nella maniera corretta, ma si hanno diverse difficoltà a
trarne delle conclusioni. È dunque preferibile che le notizie vengano
organizzate e presentate in maniera gerarchica, dando la precedenza a quelle
ritenute più importanti e scalando man mano.
FONTI:
Nessun commento:
Posta un commento