Un aiuto dalla psicologia per scoprire come mai non sempre facciamo la cosa più sicura.
“Si, so già che mettere il casco è più sicuro…” è una frase
che chi si occupa della sicurezza in azienda può sentirsi dire da un
dipendente. Non è scontato, però, che quella stessa persona metta il casco mentre
lavora! Come mai? È un comportamento che può stupire, tuttavia ne siamo un po’tutti
coinvolti: si sa che il fumo fa male, ma in tanti fumano; si sa che la cintura
di sicurezza va messa anche quando si è seduti sui sedili posteriori, eppure non
tutti lo fanno… La lista di esempi simili potrebbe essere infinita, ma dobbiamo
chiederci perché le nostre credenze spesso non coincidono con i nostri
comportamenti.
La psicologia inizialmente ha dato per scontato che
sviluppando una credenza in una persona, questa si sarebbe comportata in modo
coerente. A partire dagli anni ’60, però si è resa conto che non è possibile
ritrovare una relazione coerente, per cui sono iniziate numerose ricerche volte
ad indagare il legame tra credenze di una persona ed i suoi comportamenti
conseguenti. I risultati delle ricerche, però, furono molto variabili. Per cercare di spiegare questo fenomeno le ricerche in campo psicologico iniziarono a concentrarsi su
quando la relazione pensiero – azione risulta coerente.
Un importante risultato ha riguardato la presenza di
variabili moderatrici, ovvero di fattori al variare dei quali si verifica una
modificazione della relazione tra credenze e comportamenti (Baron e Kenny, 1986). I risultati più
chiari ed interessanti hanno mostrato che è maggiormente possibile predire un comportamento quando gli atteggiamenti di partenza sono stabili, facili da ricordare, formati da un’esperienza
personale diretta, ritenuti sicuri dalla persona e coerenti. Quando invece non sono
presenti queste caratteristiche, difficilmente la persona metterà in atto
comportamenti coerenti con le proprie credenze.
La psicologia si è quindi estesamente occupata di questi aspetti, tuttavia nelle aziende spesso non viene richiesto l'aiuto di uno psicologo per favorire la prevenzione della sicurezza del lavoratore. Penso invece che sarebbe davvero vantaggioso riconoscere l'importante ruolo che questi professionisti potrebbero svolgere.
Vedi anche: "Le euristiche"
Vedi anche: "Le euristiche"
FONTI:
-Cavazza, N. (2006). La persuasione. Bologna: Il Mulino.
-Baron, R. M. e Kenny, D. A. (1986). The moderator-mediator variable distinction in social psychology research: Conceptual, strategic and statistical consideration. Journal of Personality and Social Psychology, 51, pp. 1173 - 1182.
-http://www.sesp.org/files/The%20Moderator-Baron.pdf
-Baron, R. M. e Kenny, D. A. (1986). The moderator-mediator variable distinction in social psychology research: Conceptual, strategic and statistical consideration. Journal of Personality and Social Psychology, 51, pp. 1173 - 1182.
-http://www.sesp.org/files/The%20Moderator-Baron.pdf