lunedì 29 febbraio 2016

Rischio industriale: il caso Seveso

Un esempio dal passato: scopri che cos'è il rischio industriale e quali effetti può determinare sull'ambiente.





Buongiorno a tutti quanti voi lettori. Oggi vi parlerò del rischio industriale, con il cui termine si intende un incidente all’interno di un insediamento industriale, a seguito del quale si possono sviluppare incendi, esplosioni o propagazioni di nubi tossiche, con conseguenti danni alla popolazione e all’ambiente.
Per quanto concerne gli effetti sulla salute umana, essi variano sia a seconda delle caratteristiche e della concentrazione delle sostanze disperse nell’atmosfera, sia a seconda della durata d’esposizione e della dose assorbita.
Gli effetti sull’ambiente invece sono legati alla contaminazione, da parte delle sostanze tossiche, dell’atmosfera, dell’acqua e del suolo. I danni si ripercuotono dunque sia su flora e fauna, ma anche sulle strutture.

Le conseguenze di un incidente industriale possono essere moderate dalla realizzazione di piani di emergenza adeguati, sia interni sia esterni. Nello specifico questi ultimi prevedono misure di autoprotezione e comportamenti da far adottare alla popolazione.
Nella maggior parte dei casi gli incidenti industriali sono generati da anomalie degli impianti di funzionamento. Per fornire un esempio pratico, a causare il disastro presso lo stabilimento della società ICMESA nella zona di Seveso, il giorno 10 Luglio del 1976, fu proprio un’anomalia nel sistema di controllo di un reattore chimico destinato alla produzione di triclorofenolo (componente dei diserbanti). Sebbene l’esplosione del reattore venne evitata grazie all’apertura delle valvole di sicurezza, tale avaria fece salire la temperatura oltre i limiti previsti, determinando una modificazione nella reazione chimica, a seguito della quale si formò una delle sostanze chimiche più tossiche: la diossina. Una volta nell’aria, la diossina diede vita a una nube tossica che colpì diversi comuni: Meda, Cesano Maderno, Desio e soprattutto Seveso.
I danni che ne conseguirono furono spaventosi. Le aree verdi colpite dalla nube si disseccarono, gli animali dovettero essere abbattuti e se anche non ci furono morti, le persone vennero colpite da una forte dermatosi, la cloracne, che crea lesioni e cisti sebacee. Oggi la situazione che si presenta in questi territori è decisamente migliorata, soprattutto grazie ad un rimboscamento che ha dato origine al Parco Naturale Bosco delle Querce. Ma a distanza di anni gli effetti della diossina, ancora oggetto di studio, continuano a incutere timore.
 
 
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